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brm_863649 - TITO Dupondius

TITO Dupondius BB
175.00 €
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Tipo : Dupondius
Data: 74
Nome della officina / città: Commagène
Metallo : bronzo
Diametro : 27 mm
Asse di coniazione : 7 h.
Peso : 11,83 g.
Grado di rarità : R3
Commenti sullo stato di conservazione:
Jolie monnaie frappée sur un flan idéalement centré. Un portrait agréable de Titus au droit, usure régulière. Un défaut de métal au revers emportant une partie de la légende. L’exemplaire reste cependant bien identifiable. Patine marron
N° nelle opere di riferimento :

Diritto


Titolatura diritto : T. CAESAR. IMP COS III. CENS.
Descrittivo diritto : Tête laurée de Titus à droite (O*).
Traduzione diritto : “Titus Cæsar Imperator Consul Tertium Censor”, (Titus césar empereur, consul pour la troisième fois, censeur).

Rovescio


Titolatura rovescio : TR. POT. CO[S. III. CEN]SOR.
Descrittivo rovescio : Deux cornes d’abondance entrecroisées ; au milieu, un caducée ailé.
Traduzione rovescio : “Tribunicia Potestas Consul tertius Censor”, (revêtu de la puissance tribunitienne consul pour la troisième fois censeur).

Commento


Poids léger. Première fois que nous présentons ce type à la vente ! Monnaie frappée durant le co-règne de Titus et Vespasien, avant la mort de ce dernier en 79. Comme le fait remarquer Henry Cohen, il est curieux de retrouver “COS III” des deux côtés de la monnaie .

Cronistoria


TITO

(1/07/69-13/09/81)

Augusto con Vespasiano

Tito, nato il 30 dicembre 39, è il figlio maggiore di Vespasiano. Segue il padre in Giudea, dove è legato della XV legione Apollinare. Dopo la proclamazione di Alessandria, Vespasiano lascia a lui il compito di completare la pacificazione della Giudea, durante la quale si innamora di Bérénice (cfr. Commedia di Racine). Dopo la presa di Gerusalemme nell'estate del 70, celebrò il trionfo con il padre nel gennaio del 71. Associato al potere dal padre, gli succedette il 24 giugno del 79, avendo rotto con la bella principessa ebrea nel 75. Il suo regno n è solo una serie di disastri: l'eruzione del Vesuvio del 24 agosto 79 che distrusse Pompei ed Ercolano, poi l'incendio di Roma nell'80. Morì nell'81, forse assassinato su istigazione del fratello Domiziano (Svetonio).

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