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v26_0221 - TITO Aureus

TITO Aureus BB/q.BB
MONNAIES 26 (2006)
Prezzo di inizio : 1 500.00 €
Valutazione : 2 500.00 €
Prezzo realizzato : 1 500.00 €
Numero di offerte : 1
Offerta maxima : 2 273.00 €
Tipo : Aureus
Data: (après le 1/07/79)
Data: 80
Nome della officina / città: Roma
Metallo : oro
Titolo in millesimi : 1000 ‰
Diametro : 19,5 mm
Asse di coniazione : 6 h.
Peso : 7,26 g.
Grado di rarità : R2
Emission: 2e
Commenti sullo stato di conservazione:
Beau portrait. Exemplaire bien venu à la frappe. Frappe un peu molle au revers
N° nelle opere di riferimento :

Diritto


Titolatura diritto : IMP TITVS CAES VESPASIAN AVG P M.
Descrittivo diritto : Tête laurée de Titus à droite (O*).
Traduzione diritto : "Imperator Titus Cæsar Vespasianus Augustus Pontifex Maximus", (L’empereur Titus césar Vespasien auguste grand pontife).

Rovescio


Titolatura rovescio : TR P IX. IMP XV COS VIII P P.
Descrittivo rovescio : Éléphant à gauche.
Traduzione rovescio : "Tribunicia Potestate nonum Imperator quintum decimum Consul optimum Pater Patriæ", (revêtu de la neuvième puissance tribunitienne de la quatorzième acclamation impériale consul pour la huittième fois père de la patrie).

Commento


L’éléphant est symbole d’éternité. Les auteurs de Los aureos romanos distinguent deux types pour le revers suivant que l’éléphant est un mâle ou une femelle. Il semble que ce soit une femelle sur notre exemplaire.

Cronistoria


TITO

(1/07/69-13/09/81)

Augusto

Tito, nato il 30 dicembre 39, è il figlio maggiore di Vespasiano. Segue il padre in Giudea dove è legato della XV legione Apollinare. Dopo la proclamazione di Alessandria, Vespasiano lascia a lui il compito di completare la pacificazione della Giudea durante la quale si innamora di Bérénice (cfr. Commedia di Racine). Dopo la presa di Gerusalemme nell'estate del 70, celebrò il Trionfo con il padre nel gennaio del 71. Associato al potere dal padre, gli succedette il 24 giugno del 79, avendo rotto con la bella principessa ebrea nel 75. Il suo regno n fu solo una serie di catastrofi, l'eruzione del Vesuvio nel 79 che distrusse Pompei ed Ercolano, poi l'incendio di Roma nell'80. Morì nell'81, forse assassinato su istigazione del fratello Domiziano (Svetonio). È descritto come "la gioia dell'umanità".

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