PLAETORIA Denier brm_574679 Monete Romane

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Articolo venduto sul nostro negozio (2021)
Prezzo : 150.00 €

Tipo : Denier

Data: 67 AC.

Nome della officina / città: Roma

Metallo : argento

Titolo in millesimi : 950 ‰

Diametro : 18 mm

Asse di coniazione : 6 h.

Peso : 3,86 g.

Grado di rarità : R1

Commenti sullo stato di conservazione:

Monnaie bien centrée au droit, légèrement décentrée au revers. Joli buste de Cybèle, quasi TTB+. Agréable patine grise de collection

N° nelle opere di riferimento :

B.3 (Plaetoria) - BMC/RR.- - CRR.808 (2) - RRC.409 /2 - RSC.4 - RCV.350 (296$) - Sch/ Rep.37 - CMDRR.978 - MRR.1317

Pedigree :

Exemplaire provenant du stock de la maison Platt et de la collection Luc Corso

Diritto

Titolatura diritto : CESTIANVS.

Descrittivo diritto : Tête tourelée de Cybèle à droite avec la dépouille d’un lion sur l’épaule (griffe) un globe sous le menton ; le tout dans une couronne (stemma).

Traduzione diritto : “Cestianus”, (Cestianus).

Rovescio

Titolatura rovescio : M. PLAETORIVS. AED CVR. EX S.C..

Descrittivo rovescio : Chaise curule dans une couronne ; fleur (tulipe ?) dans le champ à gauche.

Traduzione rovescio : “Marcus Plætorius Ædilis Curilis ex Senatus Consulto”, (Marcus Plætorius Édile curule avec l’accord du Sénat).

Commento

Pour ce type, M. Crawford a relevé une estimation de quarante-neuf coins de droit et de cinquante quatre coins de revers.

Cronistoria

PLAETORIA

(69-67 a.C.)

Di origine plebea, la gens Plaetoria proviene dalla città di Sabine. Grazie ad alcuni denari sappiamo anche che Marco Plætorius Cestianus era edile curule nel 67 aC, il che sembrerebbe indicare un'affiliazione patrizia. Gli edili hanno il compito di assicurare l'approvvigionamento di Roma, i giochi pubblici e la polizia cittadina. È possibile che il nostro finanziatore si sia fatto carico dell'organizzazione dei "Ludi Florales" del 67 aC L'edile patrizio, uscendo dall'incarico, può accedere alla pretura, cosa che fa Marco Plætorius Cestianus nel 66 aC, prima di cercare il consolato. Non sembra che la nostra moneta avesse diritto ai fasti consolari. Come racconta Cicerone (ad. Att. V. 20, 8), fu condannato nel 51 a.C..

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