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brm_646011 - MASSIMIANO ERCOLE Follis ou nummus

MASSIMIANO ERCOLE Follis ou nummus q.SPL
100.00 €
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Tipo : Follis ou nummus
Data: 302-303
Nome della officina / città: Trèves
Metallo : rame
Titolo in millesimi : 30 ‰
Diametro : 27,5 mm
Asse di coniazione : 6 h.
Peso : 9,98 g.
Officine: 2e
Commenti sullo stato di conservazione:
Très bel exemplaire à l’usure superficielle. Portrait massif. Patine de collection
N° nelle opere di riferimento :

Diritto


Titolatura diritto : IMP MAXIMIANVS AVG.
Descrittivo diritto : Buste lauré et cuirassé de Galère César à droite drapé sur l’épaule, vu de trois quarts en avant (B*01).
Traduzione diritto : “Imperator Maximianus Felix Augustus”, (L’empereur Maximien heureux auguste).

Rovescio


Titolatura rovescio : GENIO POPV-LI ROMANI/ S|F// IITR.
Descrittivo rovescio : Genio (Génie) debout de face, coiffé du modius, le manteau sur l'épaule gauche, tenant une patère de la main droite et une corne d'abondance de la main gauche.
Traduzione rovescio : “Genio Populi Romani”, (Au Génie du Peuple Romain).

Cronistoria


MASSIMIANO ERCOLE

(10/12/285-02/310)

Augusto I

Massimiano nacque a Sirmio intorno al 250. Ha "la fronte bassa, il viso rugoso, il naso a tromba, il mento e il collo spessi, la barba ispida" secondo "The Roman Emperors", op. cit., pag. 119. Questa descrizione non assomiglia tanto ai ritratti degli argentei, che sono stereotipati e non necessariamente riconoscibili. Viene scelto da Diocleziano per assisterlo. Fu prima Cesare, poi Augusto dall'aprile 286, e fu la fondazione della Diarchia. Maximien si stabilisce a Trèves e deve combattere contro le invasioni barbariche e l'usurpazione di Carausius in Bretagna. Nel 293, quando fu creata la Tetrarchia, fu assistito da Costanzo Cloro. Diocleziano costringe Massimiano ad abdicare il 1 maggio 305. Si risente della pensione e va a sostenere suo figlio Massenzio quando si impadronisce di Roma il 28 ottobre 306. Riprende il servizio come augusto nel 307 e aiuta Costantino a cui dà in sposa sua figlia Fausta . Massimiano è costretto ad abdicare al congresso di Carnuntum, 11 novembre 308. Riprende un'ultima volta la porpora all'inizio del 310 a Marsiglia prima di suicidarsi o essere assassinato.

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