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brm_574131 - MASSIMIANO ERCOLE Follis ou nummus

MASSIMIANO ERCOLE Follis ou nummus q.SPL
125.00  €
-30%
Prix promo : 87.50 €
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Tipo : Follis ou nummus
Data: 301
Nome della officina / città: Aquilée
Metallo : rame
Diametro : 28 mm
Asse di coniazione : 6 h.
Peso : 9,45 g.
Grado di rarità : R1
Officine: 2re
Commenti sullo stato di conservazione:
Flan centré. Léger tréflage au revers. Joli portrait. Patine cuivrée
N° nelle opere di riferimento :

Diritto


Titolatura diritto : IMP MAXIMIANVS P F AVG.
Descrittivo diritto : Tête laurée de Maximien Hercule à droite (O*).
Traduzione diritto : "Imperator Maximianus Pius Felix Augustus", (L’empereur Maximien pieux heureux auguste).

Rovescio


Titolatura rovescio : SACR MONET AVGG ET CAESS NOSTR/ -|VI// AQS.
Descrittivo rovescio : Moneta (la Monnaie) drapée, debout de face regardant à gauche, tenant une balance de la main droite et une corne d'abondance de la gauche.
Traduzione rovescio : "Sacra Moneta Augustorum et Cæsarum Nostrorum", (La Monnaie sacrée de nos augustes et de nos césars) .

Cronistoria


MASSIMIANO ERCOLE

(10/12/285-02/310)

Augusto I

Massimiano nacque a Sirmio intorno al 250. Ha "la fronte bassa, il viso rugoso, il naso a tromba, il mento e il collo spessi, la barba ispida" secondo "The Roman Emperors", op. cit., pag. 119. Questa descrizione non assomiglia tanto ai ritratti degli argentei, che sono stereotipati e non necessariamente riconoscibili. Viene scelto da Diocleziano per assisterlo. Fu prima Cesare, poi Augusto dall'aprile 286, e fu la fondazione della Diarchia. Maximien si stabilisce a Trèves e deve combattere contro le invasioni barbariche e l'usurpazione di Carausius in Bretagna. Nel 293, quando fu creata la Tetrarchia, fu assistito da Costanzo Cloro. Diocleziano costringe Massimiano ad abdicare il 1 maggio 305. Si risente della pensione e va a sostenere suo figlio Massenzio quando si impadronisce di Roma il 28 ottobre 306. Riprende il servizio come augusto nel 307 e aiuta Costantino a cui dà in sposa sua figlia Fausta . Massimiano è costretto ad abdicare al congresso di Carnuntum, 11 novembre 308. Riprende un'ultima volta la porpora all'inizio del 310 a Marsiglia prima di suicidarsi o essere assassinato.

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