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fjt_089706 - COUR DES MONNAIES DE PARIS Jeton de compte n.d.

COUR DES MONNAIES DE PARIS Jeton de compte B
non disponibile.
Articolo venduto sul nostro negozio
Prezzo : 5.00 €
Tipo : Jeton de compte
Data: n.d.
Metallo : bronzo
Diametro : 22,00 mm
Asse di coniazione : 7 h.
Peso : 0,85 g.
Commenti sullo stato di conservazione:
Exemplaire ébréché mais bien identifiable
N° nelle opere di riferimento :

Diritto


Descrittivo diritto : Écu à trois fleurs de lis et deux plus petites, entouré de trois fleurs de lis.

Rovescio


Descrittivo rovescio : Balance entourée de trois fleurs de lis et de points.

Commento


Tous les lis sont la tête en bas sur cet exemplaire. La balance était l’instrument et le symbole des changeurs, employée pour peser les monnaies, et par extension, de l’ensemble du personnel des clercs de la chambre.

Cronistoria


COUR DES MONNAIES DE PARIS

(1552-1791)

Nel medioevo la Camera delle Valute, situata nel Palazzo, negli stessi locali della Camera dei Conti, era preposta al controllo delle zecche.. Nel 1522 Francesco I le conferì i poteri di un vero e proprio tribunale per giudicare i casi relativi alla moneta falsa. Nel 1552, Enrico II eresse questa Camera a corte sovrana, meglio conosciuta come Cour des currencys de Paris. Il Tribunale delle Valute di Parigi aveva, oltre ai suoi poteri giudiziari, una funzione politica (rimostranze, redazione di alcuni editti. . . ) e controllo su pesi e misure (conservava in particolare la pila cosiddetta "di Carlo Magno"). Dal 1704 al 1771 rinunciò a parte della sua giurisdizione a favore della Cour des currency de Lyon. Il tribunale valutario di Parigi fu abolito nel 1791, durante la Rivoluzione. Il Provost General of Currencies era una società responsabile della sorveglianza delle valute e dell'applicazione delle sentenze della Cour des Currency nei secoli XVII e XVIII.. Alla sua testa, il preposto generale delle monete era un ufficiale istituito per conoscere i reati di monete falsificate e istruire sommariamente i processi di monete falsificate, i cui atti venivano poi presentati al Tribunale delle monete.

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