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v11_0874 - CONSEIL DU ROI Henri III 1575

CONSEIL DU ROI Henri III MB/BB
MONNAIES 11 (2002)
Prezzo di inizio : 121.96 €
Valutazione : 304.90 €
Prezzo realizzato : 229.89 €
Numero di offerte : 2
Offerta maxima : 335.39 €
Tipo : Henri III
Data: 1575
Metallo : argento
Diametro : 28 mm
Asse di coniazione : 6 h.
Peso : 4,52 g.
Orlo : lisse
Grado di rarità : R3
Commenti sullo stato di conservazione:
Ce jeton est frappé sur un flan large et régulier ; il présente une patine grise. On doit noter une faiblesse de frappe sur le haut de l’écu de France et une rayure au-dessus de l’éléphant
N° nelle opere di riferimento :

Diritto


Titolatura diritto : (ROSETTE) NIL. NISI / CONSILIO (ROSETTE).
Descrittivo diritto : Écu de France couronné et entouré du collier de l’ordre de Saint-Michel dont le bijou coupe la légende à 6 heures.
Traduzione diritto : (Rien sans le Conseil).

Rovescio


Titolatura rovescio : (ROSETTE) PLACIDIS PARCIT..
Descrittivo rovescio : Un éléphant avançant à gauche, un serpent sous ses pattes arrières, des moutons en arrière plan devant lui ; à l’exergue, 1575.

Commento


On note au droit deux rosettes à quatre pétales tandis qu’au début de la légende du revers il s’agit d’une rosette à six pétales, creuse en son centre.
Le revers de ce jeton ne semble répertorié dans aucun des ouvrages de référence. Il est pourtant connu par une reproduction dans l’ouvrage de Jacques de Bie, Histoire de la France métallique, Paris, 1636, pl.74. Cet ouvrage est souvent jugé peu sûr car de nombreuses gravures semblent n’avoir existé que dans l’imagination de De Bie, ce qui est probable, mais ce jeton est la preuve que certains jetons reproduits dans De Bie et actuellement non signalés peuvent encore être retrouvés. Voici ce que dit De Bie de ce revers : “Le Corps est d’un éléphant passant par une campagne, où trouvant des moutons en son chemin il revolte sa trompe vers son front, pour marquer qu’il n’a aucune intention de leur nuire : Et au contraire, marche d’un pied sur un serpent, qui semble s’estre glissé sous son ventre pour luy nuire. Sous l’exergue : MDLXXV. Pour marquer de la clémence du monarque exercée envers ceux de ses subjects, qui demeuroient dans leur devoir ; & de sa sévérité contre ceux qui se rendoient rebelles à ses commandements”. Ce jeton est inspiré d’un denier de Jules César.

Cronistoria


CONSEIL DU ROI

Nel Medioevo il Re deliberava questioni importanti con la Corte, composta da grandi feudatari e dignitari ecclesiastici. Da questa corte feudale del re (la "curia regis") emersero gradualmente diverse istituzioni, tra cui il Parlamento e la Camera dei conti, nel XIV secolo, poi, sotto Luigi XI, il Gran Consiglio, i cui membri erano scelti dal re.. Il ruolo di consigliere del Re, seduto in questo consiglio, non si limita alla semplice assistenza gestionale, ma comporta una reale partecipazione agli affari del regno.. Durante i secoli XIV e XV, questo "Gran Consiglio" divenne IL Consiglio di governo incaricato degli affari politici, amministrativi, finanziari e giudiziari.. È composto da principi di sangue e pari, grandi ufficiali della Corona e alti dignitari del Regno scelti dal Re.. Nel 1497 si staccò una sezione giudiziaria che prese il nome di Gran Consiglio, deputato a giudicare gli affari ecclesiastici e i conflitti di giurisdizione tra le corti sovrane.. Nel XVI secolo la complessità delle cose costrinse i sovrani a dividere il Consiglio del Re in sezioni specializzate: il Consiglio degli affari per le questioni politiche; il Consiglio delle Parti (o Privy Council) per gli affari correnti di giustizia e amministrazione; e il Consiglio di Stato per gli affari più importanti dell'Interno e dell'Esterno. Bisognerà attendere il regno di Luigi XIV per istituire il Consiglio del Re, come lo sarà fino alla fine dell'Ancien Régime, cioè diviso in quattro sezioni: Il Consiglio dell'En-Haut (o Consiglio di Stato) che riunisce due a tre volte alla settimana attorno al Re e ai Ministri di Stato per trattare gli affari più importanti del Regno; il Consiglio dei dispacci, per gli affari interni; il Consiglio delle Finanze presieduto dal Re e composto dal Controllore Generale delle Finanze (per le questioni relative al bilancio, alla ripartizione delle dimensioni, ecc.. ); il Consiglio Privato di Stato, delle Finanze e delle Direzioni, presieduto dal Re o dal Cancelliere e composto da una trentina di Consiglieri di Stato e da circa 80 maestri delle richieste, per dirimere le controversie private, preparare editti e ordinanze del Re, indagare sugli affari finanziari e regolare controversie amministrative. Bibliografia selezionata: BARBICHE, Bernard, "Le istituzioni francesi della monarchia francese in tempi moderni", Parigi, 1999; BLUCHE, François, "L'antico regime. Istituzioni e società", Parigi, 1993; HAROUEL, Jean-Louis, BARBEY Jean, BOURNAZEL Éric, THIBAUT-PAYEN Jacqueline, "Storia delle istituzioni dall'era franca alla Rivoluzione", Parigi, 1996.

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