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bpv_706927 - MACRINO Tétradrachme syro-phénicien

MACRINO Tétradrachme syro-phénicien BB
200.00 €
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Tipo : Tétradrachme syro-phénicien
Data: 217-218
Nome della officina / città: Hiérapolis, Syrie, Cyrrhestica
Metallo : billone
Diametro : 23 mm
Asse di coniazione : 12 h.
Peso : 11,60 g.
Grado di rarità : R1
Commenti sullo stato di conservazione:
Exemplaire sur un flan ovale bien centré à l’usure régulière, plus marquée au droit qu’au revers. Patine gris foncé de collection ancienne
N° nelle opere di riferimento :

Diritto


Descrittivo diritto : Buste de Macrin à droite, lauré et drapé, vu de trois-quarts en avant, les deux rubans pendant derrière la tête (A*01).
Legenda diritto : AUT K. M. OPEL... SE. MAKREINOS SEB, (Autokratoros Kaisaros Markos Opellios Seuhros Makrinos Sebastos).
Traduzione diritto : (L’empereur césar Marc Opel Sévère Macrin auguste).

Rovescio


Descrittivo rovescio : Aigle debout à gauche, ailes écartées, la tête et la queue à droite, tenant une couronne feuillée dans son bec ; entre les pattes, un lion passant à droite.
Legenda rovescio : DHMARC. EX. UPATOS.
Traduzione rovescio : (Revêtu de la puissance tribunitienne consul).

Commento


Dans la base TSP maintenue par Michel Prieur, seize exemplaires sont répertoriés.

Cronistoria


MACRINO

(04/11/217-06/08/218)

Macrin nacque nel 164 a Cherchell in Mauretania. Non è un senatore, ma un cavaliere, di origine indigena (moresca). Procuratore della "res privata" (fondo privato dell'Imperatore) di Caracalla, divenne poi prefetto del Pretorio dal 212. Dopo l'assassinio di Caracalla l'8 aprile 217, fu acclamato imperatore l'11 aprile. Non verrà mai a Roma e rimane ad Antiochia. Divinizza Caracalla, ma esilia Giulia Domna, che si lascia morire. Prende il titolo di Severo per radunare a sé i sostenitori della famiglia Severiana e dà il prænomen di Antonino a suo figlio, Diadumeniano, promosso a Cesare. Mentre cerca di conciliare tutti, si imbatte nell'esercito, che manca Caracalla. I soldati squartati a Emesa proclamarono Eliogabalo il 16 maggio 218. Sconfitto a giugno, Macrino fuggì. Sentendo della morte di Diaduménien, cerca di suicidarsi gettandosi dal carro e viene ucciso dai suoi stessi soldati..

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