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brm_415003 - TITO Denier

TITO Denier q.BB
non disponibile.
Articolo venduto sul nostro negozio (2018)
Prezzo : 115.00 €
Tipo : Denier
Data: juillet - décembre
Data: 79
Nome della officina / città: Roma
Metallo : argento
Titolo in millesimi : 900 ‰
Diametro : 17,5 mm
Asse di coniazione : 6 h.
Peso : 3,12 g.
Grado di rarità : R2
Commenti sullo stato di conservazione:
Exemplaire à l’usure régulière avec un beau revers. Patine grise de collection ancienne
N° nelle opere di riferimento :

Diritto


Titolatura diritto : IMP TITVS CAES VESPASIAN AVG P M.
Descrittivo diritto : Tête laurée de Titus à droite (O*).
Traduzione diritto : "Imperator Titus Cæsar Vespasianus Augustus Pontifex Maximus", (L’empereur Titus césar Vespasien auguste grand pontife).

Rovescio


Titolatura rovescio : TR P VIIII IMP - XV COS VII P P.
Descrittivo rovescio : Sol radié et nu (le Soleil) debout de face, tenant un sceptre pommelé de la main droite et le parazonium de la main gauche, placée sur une colonne rostrale, orné de deux ancres renversées sur le fût et décorée de trois rostres (proue) de navires de chaque côté.
Traduzione rovescio : "Tribunicia Potestate nonum Imperator quintum decimum Consul septimum Pater Patriæ", (Revêtu de la neuvième puissance tribunitienne et de la quinzième acclamation impériale consul pour la septième fois père de la patrie).

Commento


Rubans de type 2. Revers inhabituel.

Cronistoria


TITO

(1/07/69-13/09/81)

Augusto

Tito, nato il 30 dicembre 39, è il figlio maggiore di Vespasiano. Segue il padre in Giudea dove è legato della XV legione Apollinare. Dopo la proclamazione di Alessandria, Vespasiano lascia a lui il compito di completare la pacificazione della Giudea durante la quale si innamora di Bérénice (cfr. Commedia di Racine). Dopo la presa di Gerusalemme nell'estate del 70, celebrò il Trionfo con il padre nel gennaio del 71. Associato al potere dal padre, gli succedette il 24 giugno del 79, avendo rotto con la bella principessa ebrea nel 75. Il suo regno n fu solo una serie di catastrofi, l'eruzione del Vesuvio nel 79 che distrusse Pompei ed Ercolano, poi l'incendio di Roma nell'80. Morì nell'81, forse assassinato su istigazione del fratello Domiziano (Svetonio). È descritto come "la gioia dell'umanità".

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